A pochi chilometri dalla Capitale, c’è un borgo medievale a ridosso di una magnifica cascata, Tivoli.
Famosa per le sue ville e le sue fontane, questa piccola città nella Valle dell’Aniene, è stata per secoli la meta preferita dei nobili europei, incantati dal suo aspetto elegante e dal suo immenso patrimonio artistico e culturale.
Scopriamo insieme le meraviglie di questa antichissima cittadina. Ecco la nostra lista delle più belle cose da fare e da vedere a Tivoli.
Villa Adriana, “la città nella città”

Uno dei siti archeologici più grandi e conosciuti al mondo, Villa Adriana si estende su una superficie di 120 ettari. Realizzata per ordine dell’Imperatore Adriano che voleva una residenza estiva, la sua costruzione fu lenta e graduale: iniziata intorno nel 118 d.c., impiegò più di venti anni per essere terminata. In realtà, la villa assunse la forma di una“città nella città” che comprendeva palazzi, parchi, biblioteche, terme, teatri, e una piccola isola. Grazie alla sua posizione geografica, invidiabile anche per la sua vicinanza a Roma, sfrutta l’acqua di quattro acquedotti tra cui quello dell’Acqua Marcia e dell’Acqua Claudia.
Villa Adriana è la villa imperiale romana per eccellenza. Nel tempo ha mantenuto l’aspetto e l’atmosfera di una residenza privata. La storia di questa villa si racconta attraverso le sue meraviglie, viva testimonianza dell’ingegno costruttivo dei Romani e del genio architettonico di Adriano. L’intento dell’Imperatore era quello di reinterpretare nello stile romano tutte le opere e le costruzioni che aveva avuto modo di ammirare durante i suoi viaggi. Si nota, infatti, l’influenza dell’arte ellenistica e di quella egizia. I palazzi scenografici, le simmetrie irregolari, i mosaici colorati, le linee armoniche delle statue.
La storia non è stata molto clemente con i tesori nascosti di questa splendida villa; dopo la morte di Adriano, nel 130 d.c., numerosi oggetti preziosi vennero persi o abbandonati. Nel Medioevo, gran parte delle aree verdi della villa vennero sfruttate per l’architettura e il pascolo o per l’estrazione di pietra e marmo. Dal Risorgimento fino al 1800 segnò un’epoca infausta per le opere custodite nella villa che si dispersero: gli scavi recuperarono più di 300 reperti tra statue, ritratti, rilevi, sculture e mosaici che furono prelevati dai musei europei o andarono ad arricchire collezioni private.
Il recupero della Villa avvenne nel 1870, anno in cui lo Stato espropriò i terreni dell’area, appartenenti alla famiglia Braschi e avviò gli scavi. Le meraviglie che vennero alla luce, rivalutarono l’immagine e il valore di Villa Adriana. Nel 1999, essa fu meritatamente riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Non è un caso, infatti, che molti artisti, quali Michelangelo, Leonardo, Raffaello, Canova, Borromini, Piranesi, trassero ispirazione dalla straordinarietà di questo luogo.
Esplorando la villa, scoprirete l‘immenso giardino in cui amava passeggiare Adriano, il Pecile ovvero una ricostruzione del portico dipinto dell’agorà di Atene, la piscina Canòpo, tre esedre intatte, i vestiboli e i padiglioni. Lungo il Tempio Marittimo Circolare, ammirerete le colonne antropomorfe e un fossato d’acqua, area prediletta dall’Imperatore per la meditazione.
I siti archeologici meglio conservati sono: il Teatro Greco, l’Accademia, lo Stadio, la Piazza Oro e la Sala dei Filosofi.
Villa d’Este, giochi d’acqua tra natura e arte

Una magnifica villa rinascimentale, ai piedi dei Monti Lucretili. Uno scenario suggestivo tra arte e natura, al confine tra Lazio e Abruzzo. Realizzata, alla fine del Cinquecento, dal governatore di Tivoli, il Cardinale II Ippolito d’Este, figlio di Lucrezia Borgia e Alfonso d’Este I duca di Ferrara. Edificata su un progetto dell’architetto Pirro Ligorio, nel luogo in cui si estendeva la cosiddetta “Valle Guadente”, la sistemazione della villa fu poi affidata ai successori del Cardinale.
Villa d’Este è celebre per le sue cento fontane che rappresentano i tre affluenti del Tevere (Aniene, Abuneo, Ercolaneo). La Fontana dell’Ovato è il monte in cui si trova la sorgente dei 3 fiumi mentre la Fontana della Rometta simboleggia il Tevere.
Il progettista Ligorio realizzò un canale di 600 metri che attraversava Tivoli sottoterra, per usufruire dell’acqua, utilizzando il principio dei vasi comunicanti. In un gioco armonico si fondono natura e arte: la Fontana dell’Organo suona come uno strumento, grazie a un ingegnoso meccanismo idraulico e, analogamente, la Fontana della Civetta muove l’animale notturno verso un ramo popolato da uccelli cinguettanti.
Inaugurata nel 1572, la villa fu impreziosita da opere di artisti eccellenti quali Gian Lorenzo Bernini, ma nel XVIII secolo, col passaggio di proprietà agli Asburgo, attraversò un periodo di degrado. A partire dalla metà dell’Ottocento, il Cardinale von Hohelohe, si occupò dei lavori di ristrutturazione che riportarono la villa agli antichi splendori. Ammirata da personaggi importanti dell’epoca, Villa d’Este ispirò la celebre sonata per pianoforte di Franz Lizst “Giochi d’acqua a Villa d’Este”.
Il restauro più importante della villa avvenne dopo la Seconda Guerra Mondiale e proseguì negli anni successivi, dando ad essa l’aspetto che vediamo oggi. Villa d’Este è un tripudio di fontane meravigliose, come La Fontana del Bicchierone del Bernini, la Fontana dell’Organo e la Fontana di Nettuno. La prima, situata lungo il Vialone, sotto la Loggia del Cardinale, deve il suo nome alla sua vasca a forma di conchiglia, con due grandi calici al centro sovrapposti e dentellati.
La seconda, una delle fontane più belle e conosciute del parco, nasconde un complesso meccanismo idraulico al suo interno, con lo scopo di riprodurre con l’acqua un suono simile a quello dell’organo; capolavoro barocco in una villa rinascimentale,essa venne costruita ai tempi del Cardinale Alessandro d’Este e, successivamente completata dal Bernini, che vi aggiunse un piccolo tempio, nella nicchia centrale, per proteggere l’impianto idraulico. La terza, una delle opere più rilevanti del luogo, è un vero e proprio omaggio al Dio Nettuno; per la sua costruzione venne trasformata la Cascata del Bernini, che scendendo dalla Fontana dell’Organo, crea un sofisticato circuito d’acqua molto scenografico.
Davanti alla Fontana del Nettuno, si trova La Peschiera, luogo di raccolta delle acque provenienti dalle diverse cascate; le sue vasche, in passato, servivano per allevare pesci, in modo che gli ospiti potessero intrattenersi, praticando la pesca.
I giochi d’acqua della villa hanno ispirato numerosi giardini europei ma, di certo, la combinazione tra un suggestivo paesaggio naturalistico e il valore artistico delle sue fontane rendono Villa d’Este, unica al mondo. Nel 2001, infatti, essa è stata inclusa tra i siti del Patrimonio Unesco.
Villa Gregoriana, il giardino romantico di Tivoli

Insieme a Villa Adriana e Villa d’Este, Villa Gregoriana (rinominata Parco di Villa Gregoriana) compone il trittico di luoghi da visitare a Tivoli e rappresenta un’area di grande valore storico, archeologico e naturale del Lazio. Per le sue bellezze paesaggistiche ed artistiche, la villa è considerata un modello di giardino romantico. La visita a Villa Gregoriana comincia dal Ponte Gregoriano, il quale fu costruito nel 1826 ma venne ristrutturato in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale che lo danneggiarono gravemente. Tuttavia, solamente in rare occasioni, troverete il fiume colmo d’acqua. In ogni caso, ammirerete una natura rigogliosa e i resti della vecchia cascata con le sue formazioni calcaree.
L’intera villa si estende su una valle scoscesa, conosciuta con il nome evocativo Valle dell’Inferno, scavata, ai piedi dell’antica acropoli di Tivoli, dal fiume Aniene. La visita all’interno del parco procede scendendo lungo la valle, arrivando alla terrazza di fronte alla Grande Cascata. Proseguendo, incontrerete le spettacolari Grotta di Nettuno e quella delle Sirene. Dal lato opposto del fiume, si risale verso il cuore antico di tutta l’area, l’acropoli, dove potrete trovare due templi, risalenti al I sec. a.c.; il primo, denominato Tempio della Sibilla e il secondo, di forma circolare, chiamato Tempio di Vesta. Quest’ultimo è ben conservato ed è un tempio corinzio tondeggiante che ospitava il sacro fuoco delle vestali. Entrambi i tempi si affacciano su un burrone al centro della città vecchia.
Santuario di Ercole Vincitore, il Colosseo di Tivoli

Il Santuario di Ercole Vincitore fu eretto durante il II secolo a.c., nei pressi dell’antica Tibur. Esso ricopriva una superficie molto vasta tant’è che raggiungeva le dimensioni del Colosseo. Dedicato al dio protettore dell’antica Tibur, originariamente il santuario si estendeva per un’area di 3000 mq e comprendeva un tempio, un teatro e una grande piazza. Il complesso fu realizzato con l’intento di stupire coloro che arrivavano a Tivoli dalla Capitale. La maestosità del Santuario non passava di certo inosservata; la struttura si innalzava per 50 metri a strapiombo sull’Aniene.
Un tempo, il Santuario custodiva al suo interno la statua di Ercole; i Salli erano soliti organizzare una cerimonia in onore del dio durante le Idi di Agosto, come riporta anche Virgilio nell’Eneide. Nel corso dei secoli, il complesso sacro è stato trasformato in cartiera, opificio, armeria pontificia e vari stabilimenti industriali, perdendo così molte delle sue ricchezze. Tuttavia, molti colonnati sono rimasti intatti proprio perché inseriti nelle fabbriche. Il primo maggio del 2015 ha avuto luogo l’apertura straordinaria al pubblico del Santuario, con l’obiettivo di ridare valore a uno dei siti archeologici più importanti della città.
Il centro storico, il fascino antico del borgo

Tivoli è nota soprattutto per le sue ville, meta ambita da molti turisti, ma in realtà la stessa città può riservare molte sorprese ai suoi visitatori. Il fascino della città vi rapirà tra i suoi intricati vicoli, i palazzi, le piazze e le altissime case-torri. La città si trova alle pendici dei Monti Tiburtini, nella campagna romana, a soli 28 km dalla Capitale. Tivoli ha origini antichissime tant’è che alcuni studiosi credono che fu fondata prima di Roma e popolata da gente di provenienze diverse quali Siculi, Sabini e Latini.
Nel tempo, essa divenne un’importante città commerciale, abitata perlopiù da personaggi pubblici e imperatori. Ciò che è certo è che questa graziosa cittadina ha sempre attirato l’interesse dei “potenti”, papi, cardinali e imperatori ed ha ispirato celebri artisti e scrittori. La Grande Cascata, posizionata davanti al centro storico, e il Tempio di Vesta alle sue spalle, sono il preludio delle bellezze che la cittadina propone con estrema generosità.
La passeggiata al centro di Tivoli può cominciare con Rocca Pia, una fortezza medievale realizzata da Papa Pio II Piccolomini. Procedendo incontrerete l‘Anfiteatro di Bleso, risalente al II secolo dell’età imperiale, la cui arena conteneva fino a 2000 spettatori. Si narra che nei pressi dell’Anfiteatro, si trovasse anche una scuola per gladiatori, tuttavia l’ipotesi non è stata avvalorata da scoperte storiche.
Continuando la passeggiata, giungerete a Piazza Garibaldi dove potrete fotografare l’Arco dei Padri Costituenti, la scultura di Arnaldo Pomodoro. Altri luoghi degni di nota sono la Chiesa di Santa Maria Maggiore con la Piazza Palatina, via della Sibilla con i famosi Templi di Vesta e della Sibilla, Piazza del Duomo con la Cattedrale di San Lorenzo. Una peculiarità della città sono le case-torri, abitazioni costruite a scopo difensivo, la cui altezza simboleggiava lo status sociale della famiglia proprietaria, di solito composta da nobili o ricchi mercanti.
I Bagni di Tivoli, una cura per il corpo e l’anima

Nonostante a Tivoli non ci sia il mare e le più belle spiagge del Lazio distino diversi chilometri dal centro del paese, questa è una città che ama l’acqua.
Oltre alle sue bellissime fontane, la città è nota per le sue preziose terme. Conosciute sin all’epoca della Roma Imperiale, le sorgenti alimentate dal Lago Regina e dal Lago Colonnelle, regalano acque sulfuree ricche di proprietà terapeutiche.
Le antiche Terme di Agrippa, oggi conosciute come Terme di Roma, sono uno dei punti di interesse più importanti della cittadina. Fu l’Imperatore Augusto, estasiato da quelle acque miracolose, a commissionare il progetto all’architetto Agrippa. Oggi, il complesso termale, ovviamente ristrutturato, si estende in 6500 metri quadri, in cui sorgono ben cinque piscine alimentate continuamente dalle acque sulfuree minerali. Le prodigiose acque sono caratterizzate per l’alta concentrazione di zolfo; la presenza di questo minerale conferisce all’acqua un colore biancastro, da cui deriva il nome Acque Albule. La loro particolare composizione, produce un effetto anti-infiammatorio e antibatterico e cura vari disturbi e patologie.
I Bagni di Tivoli, conosciuti in tutta Europa, apportano benefici al corpo e alla mente e vengono utilizzati per numerosi trattamenti innovativi di bellezza e di salute. Le piscine hanno una temperatura costante di 23°, permettendo ai visitatori un piacevole bagno, sia d’estate che d’inverno.
Il complesso termale comprende anche una SPA, un centro estetico per massaggi e trattamenti che utilizza tecnologie d’avanguardia, piscine esterne, per grandi e piccini, e un servizio di medicina specialistica.