Cosa vedere a Viterbo: la guida per le 10 cose da fare in questa città

Cosa vedere nella città di Viterbo? Ecco una guida per scoprire tutti i punti interessanti di questa città.
Indice

Dall’origine etrusca al medioevo: Viterbo, la rinomata città papale, nel cuore della Tuscia, è una continua scoperta, tra natura e architettura, religione e storia. Scopriamo insieme le tappe imperdibili di questo borgo incantato.

Storicamente nota come “la città dei Papi”, Viterbo è il capoluogo dell’Alto Lazio, una zona ricca di tesori da scoprire ed esplorare denominata Tuscia. La città, cinta da mura, vanta il centro storico medievale più esteso d’Europa. Un borgo sospeso nel tempo, a metà tra Roma e la Toscana, circondato da quartieri medievali, siti archeologici e zone termali. 

Quali sono i punti d’interesse di Viterbo che meritano sicuramente una visita?

  1. Il centro storico monumentale e il quartiere di San Pellegrino
  2. Il Monastero e la Casa di Santa Rosa
  3. La Chiesa di Santa Maria Nuova e Gonfalone
  4. Museo Nazionale Etrusco e Basilica di San Francesco
  5. La Trinità e il Chiostro Rinascimentale
  6. Le strutture termali
  7. Orto Botanico
  8. Villa Lante

Il Centro storico monumentale

Allora, cosa vedere a Viterbo durante un breve soggiorno? La città dei Papi di antica origine etrusca, è rinomata per il suo centro storico ricco di piazze suggestive, palazzi maestosi, fontane eleganti e raffinati elementi architettonici.

Piazza del Plebiscito, centro amministrativo e politico della città, in cui risiedono gli Uffici del Comune e la Prefettura. La piazza è il fulcro rinascimentale del capoluogo laziale con il celebre Palazzo dei Priori che vi affascinerà con le sue sale affrescate, la fontana seicentesca situata nel cortile interno e i numerosi sarcofagi etruschi.

Piazza del Gesù, caratteristica piazzetta medievale in cui campeggia una chiesa romanica, la Torre di Borgognone e la fontana monumentale.

Piazza della Morte dove si innalza una delle più antiche fontane medievali della città, risalente alla metà del 1200, con la caratteristica forma a fuso. Su questa piazza si trova anche l’accesso alla Viterbo sotterranea, una rete di cunicoli scavati nel tufo. Il nome macabro della piazzetta sembra riferirsi alle esecuzioni capitali in epoca medievale. In realtà, l’origine del nome risale al XV secolo, quando si stabilì accanto alla vicina Chiesa di San Tommaso, la Confraternita dell’Orazione e della Morte, che si occupava di dare degna sepoltura ai cadaveri abbandonati nelle campagne.

Il Complesso del Colle del Duomo, raggiungibile attraversando un ponte di pietra, racchiude la cattedrale dal campanile bicolore e il monumento emblema della città ovvero il Palazzo dei Papi. Viterbo fu sede pontificia a partire dal XIII secolo. Nel 1257, Alessandro IV decise di trasferire la Curia Papale nel capoluogo della Tuscia, a causa delle ostilità del popolo e della borghesia romana. L’ampliamento del palazzo fu disposto e curato dal Capitano del Popolo Raniero Gatti, il quale realizzò anche la Sala del Conclave. La Loggia dei Papi, invece, venne costruita nel 1267 grazie al Capitano del Popolo Andrea Gatti, durante il pontificato di Papa Clemente IV. Il Palazzo dei Papi presenta due lati molto diversi: uno, imponente, che si affaccia sulla Valle del Faul, l’altro che svetta sulla piazza e appare più armonioso. 

ll Quartiere di San Pellegrino, il cuore medievale di Viterbo

Visitare il centro di Viterbo
Quartiere di San Pellegrino

La Sala del Conclave si affaccia da entrambi i lati ed è visitabile accedendo dalla piazza a una scalinata. Percorrendo quest’ultima, scoprirete, in tutto il suo splendore, la Loggia delle Benedizioni, dove era solito affacciarsi il Papa, uscendo dalla Sala del Conclave. Nel 1325 sia il tetto che il complesso di archi crollarono, lasciando la loggia aperta. Al centro della Loggia, vi imbatterete in un’altra delle numerose fontane che arricchiscono Viterbo, risalente al XV secolo e ornata con simboli della famiglia Gatti.

Il quartiere medievale più intatto ed esteso d’Europa, San Pellegrino, è il cuore pulsante della città. Vi si può accedere attraversando Piazza San Carluccio. Qui è possibile ammirare tesori architettonici unici come i profferli, ossia le scale esterne in pietra che permettevano l’acceso alle case, poste nel piano superiore, dalle botteghe, situate nel piano inferiore. Un’altra particolarità di questo quartiere suggestivo è il cosiddetto richiastro, un cortile di servizio circondato da più abitazioni. 

Le case a ponte che collegano due edifici separati da una strada, conferiscono a questa parte della città un aspetto fiabesco. Le torri, erette a scopo difensivo, si elevano sulla piazza, maestose e raffinate. Tutti gli edifici, inclusa la pavimentazione furono costruiti con peperino e una pietra di origine vulcanica dal caratteristico colore grigio scuro, conferendo allo storico quartiere un aspetto omogeneo e armonico. 

Imperdibile la Chiesa di San Pellegrino del 1045 con la sua facciata neogotica, le sue linee eleganti e gli affreschi presenti al suo interno, tra cui L’Annunciazione del XV secolo. Uno degli edifici più belli della Viterbo Medievale è il Palazzo degli Alessandri: articolato su ben tre piani; la struttura del XIII secolo e successivamente ristrutturata, è caratterizzata da un tipico profferlo e da una facciata impreziosita da particolari finestre.

La Casa e il Monastero di Santa Rosa, la patrona della città

Luoghi di interesse a Viterbo
Monastero di Santa Rosa

Il Monastero di Santa Rosa, patrona della città, si trova vicino alla casa natale della Santa. Al loro interno, troverete pergamene, tavole, sale affrescate, cortili e oggetti che vi racconteranno la storia della patrona di Viterbo, una donna del 1200 che ha compiuto numerosi miracoli. La sua storia ha in sé qualcosa di prodigioso: nonostante la Santa fosse nata senza sterno, ha vissuto fino ai 20 anni. Il suo corpo è custodito, ancora intatto, nel Monastero a lei dedicato, sebbene un incendio bruciò la cassa di legno in cui era conservato.

Chi ha la fortuna di visitare Viterbo il 3 settembre potrà assistere all’evento annuale de Il Trasporto della Macchina di Santa Rosa. La cerimonia si ripete ininterrottamente ogni anno dal 1258 e, per questo motivo. è stato inserito nella lista dei beni immateriali dell’umanità dall’Unesco. La “macchina” parte da Piazza Fontana Grande, vicino la Chiesa di San Sisto.

Per celebrare la patrona, un centinaio di uomini chiamati Facchini di Santa Rosa, trasportano a spalla una “macchina” alta 30 metri e pesante 5 tonnellate, in ricordo della traslazione del corpo di Santa Rosa. 

Nei giorni precedenti la manifestazione religiosa, si svolgono altre spettacolari celebrazioni come il Corteo Storico, in cui vedrete sfilare un centinaio di figuranti vestiti con abiti di epoche diverse, dal Medioevo fino ai primi del Novecento. Oppure, potrete farvi coinvolgere da altre tradizioni storico religiose, come il giro delle Sette Chiese, il Trasporto del Cuore di Santa Rosa e la sfilata delle Minimacchine, portate a spalla dai bambini residenti in diversi quartieri della città.

La Chiesa di Santa Maria Nuova e Gonfalone, arte medievale e barocca

Le chiese da vedere a Viterbo
Chiesa di Santa Maria Nuova

La Chiesa di Santa Maria Nuova, come indicato in questo articolo su Ansa Viaggi Art dedicato alle chiese di Viterbo, è considerata la più bella di Viterbo poiché è ricchissima di affreschi di epoca medievale. Luogo di culto per i cittadini viterbesi più facoltosi nel Medioevo; qui troverete cappelle gentilizie con affreschi e statue. Degno di nota anche il soffitto della chiesa, composto da centinaia di pianelle in cotto, rigorosamente dipinte. Adiacente alla chiesa, si trova il Chiostro Longobardo e la cripta più piccola della provincia che contiene una fonte battesimale.

La Chiesa del Gonfalone, intitolata a San Giovanni Battista, è uno straordinario esempio dell’arte barocca: i suoi soffitti e le sue pareti sono affrescati con dipinti risalenti al XVII e XVIII secolo, la cui peculiarità è quella di creare effetti ottici spettacolari. Pochi sanno che, all’interno della Chiesa, è possibile ammirare i dipinti del pittore ufficiale del Re Sole, Luigi XIV.

Museo Nazionale Etrusco, i capolavori etruschi e le tombe dei Papi

Il museo degli etruschi a Viterbo
Museo Nazionale Etrusco

Situati entrambi in Piazza della Rocca, una delle piazze più imponenti della città, questi due capolavori meritano certamente di essere visitati. Il Museo Nazionale Etrusco è uno dei più importanti musei archeologici sul popolo etrusco. Esso si trova all’interno dell‘Antica Rocca Albornoz, costruita nel 1300 e, successivamente, restaurata dal Bramante. Il Museo è costruito su tre piani; la sezione, forse, più interessante è quella al piano terra dove potrete visitare il sito di Acquarossa dove scoprirete i resti dei palazzi signorili, risalenti al VI e VII secolo a.c. Inoltre, se sei interessato ai reperti etruschi potrebbe interessarti anche questo articolo sul museo etrusco di Vetulonia.

Al primo piano si trovano le statue delle Muse che decoravano il teatro romano di Ferento, il cui sito archeologico si trova a 8 km dalla città. Visitando il Museo Etrusco, resterete affascinati dai bellissimi mosaici delle antiche Terme di Musarna.

All’ultimo piano della struttura, sono conservati i corredi funerari etruschi e un reperto preziosissimo, la Biga di Castro, una delle tre esistenti al mondo. Dalla stupenda Loggia aperta che affaccia sulla piazza, potrete godervi un bel panorama della città.

La Basilica di San Francesco

Luoghi da non perdere a Viterbo
Basilica di San Francesco

Accanto al Museo, sempre in Piazza della Rocca, spicca la Basilica di San Francesco. Prima di visitarla, fermatevi qualche attimo a fotografare la fontana rinascimentale che impreziosisce la piazza. La Chiesa di San Francesco è una basilica romanica, costruita a partire dal 1237 e restaurata nel dopoguerra. All’interno, troverete le tombe di Papa Clemente IV e Adriano V, risalenti alla fine del 1200. Con i suoi mosaici, sculture e marmi la Chiesa di San Francesco si configura come un simbolo importante dell’arte medievale viterbese.

All’uscita della chiesa, potrete fare un break a Corso Italia,in uno dei bar storici più importanti d’Italia, il Gran Caffé Schenardi, frequentato nella sua storia secolare da Papi, figure storiche di rilievo come Giuseppe Garibaldi e Guglielmo Marconi e registi di fama internazionale come Orson Welles e Federico Fellini.

La Trinità e il Chiostro Rinascimentale, i luoghi di culto della città

Cose da fare a Viterbo

La Chiesa e il Chiostro della Santissima Trinità è un complesso architettonico di immenso valore artistico. La Chiesa è conosciuta come Madonna Liberatrice poiché si narra che, nel XIV secolo, la Vergine della Santissima Trinità apparve nei cieli della città per liberarla da forze oscure. L‘icona della Madonna è custodita all’interno della Chiesa e venerata da numerosi pellegrini. In seguito all’evento miracoloso, la Chiesa venne assediata dalla presenza dei devoti, rendendo necessaria un restauro completo della struttura. Per questa ragione, la Chiesa presenta elementi barocchi e neoclassici.

Annesso alla chiesa, si trova uno dei chiostri rinascimentali più belli della regione, affrescato con le storie della vita di Sant’Agostino.

Le strutture termali, le acque prodigiose dei Bagni di Viterbo

Oltre a essere un affascinante borgo medievale, Viterbo si contraddistingue per le sue fonti termali, note per le loro proprietà curative. Le strutture termali della città erano meta ambita sin dall’antichità, dagli etruschi prima e dai romani poi, i quali vi costruirono attorno splendidi edifici per le famiglie nobili. Lungo l’antica via Cassia, è ancora possibile vedere le tracce delle antiche terme romane. 

Le acque prodigiose della città sono parte integrante della storia di Viterbo: dei suoi effetti curativi ne hanno beneficiato numerosi Papi, durante l’epoca pontificia e nel Rinascimento. Le fonti viterbesi, composte da acque di origine vulcanica, sgorgano a temperature molto alte, e sono indicate sia per curare varie patologie che per offrire un grande momento di benessere a chiunque decide di usufruirne. Tutte le strutture si trovano a 5 km dalla città, nella frazione denominata Bagni di Viterbo.

Le terme dei Papi

Le terme dei Papi a Viterbo
Terme dei Papi

Il centro termale più famoso sono Le terme dei Papi, costruite per volere di Niccolò V, verso la metà del Quattrocento. Le terme sono alimentate dalla sorgente del Bullicame, create, secondo la mitologia, da Ercole, il quale, avrebbe dato origine alle miracolose acque, conficcando un palo di proporzioni esagerate nelle profondità della terra. Bullicame è dovrebbe derivare da bulicante, o buglicante, che significa “acqua che bolle”

Il complesso termale comprende un hotel, una spa e una enorme piscina alimentata direttamente dalla sorgente mitologica. La grotta naturale, con la sua cascata di acqua termale, vi farà vivere un’esperienza di assoluto relax.

Viterbo offre ai suoi visitatori varie opzioni per usufruire delle sue acque preziose:

  • Le Terme del Bullicame, il cui accesso è gratuito, hanno a disposizione due piscine immerse nel verde. Tra mito, storia e letteratura, l’area, citata da Dante nell’Inferno, è ricca di resti archeologici etruschi e romani ed ha ospitato nell’antichità importanti terme. 
  • Le Piscine Carletti, circondate da una ricca vegetazione, sono circa una dozzina e il loro uso è libero e gratuito. Attenzione, però, perché le acque raggiungono una temperatura di circa 50°.
  • Le terme del Bagnaccio, a circa 8 km dalla città, sono composte da cinque piscine, suddivise in ipotermali e ipertermali. Il complesso termale è alimentato da due fonti distinte, con temperature molto diverse: la sorgente Polle del Bagnaccio e Pozzo del Bagnaccio. Ricche di vapori, utili anche per le insufflazioni, le terme del Bagnaccio si trovano in un’area privata, gestita da un’associazione e si distinguono in due zone differenti, una libera e gratuita e l’altra a prezzi contenuti.

Per un’esperienza ancora più suggestiva, si consiglia di vivere l’esperienza delle terme anche di notte: le strutture termali, sono accessibili, fino a tardi, per offrire ai visitatori, un’esperienza assolutamente indimenticabile.

L’Orto Botanico, il giardino segreto di Viterbo

VIsitare l'orto botanico di Viterbo
Orto Botanico di Viterbo

L’Orto Botanico Angelo Rambelli è stato inaugurato nel 1991 e sorge nelle prossimità delle Terme del Bullicame. Questo giardino segreto è stato istituito grazie ad una convenzione stipulata nel 1985 tra l’Università della Tuscia, il Comune di Viterbo e l’Opera Pia Patrimoni. L’Orto Botanico si estende in un’area di 6 ettari e ospita collezioni vegetali e alcune ricostruzioni ambientali, compatibili con le caratteristiche dell’area, caratterizzata da forti escursioni termiche annuali (min -10°C max 40°C). 

La natura calcarea del suolo ha richiesto un accurato lavoro di sistemazione dell’area che ha dato vita a un posto unico nel suo genere in cui coesistono ecosistemi diversi, come il Deserto, in cui si trovano piante succulente o grasse. L’intera struttura è attraversata da una serie di laghetti e ruscelli, il quale richiama il sistema di canaletti che alimentava gli invasi, collegati all’acqua sulfurea, per la macerazione del lino e della canapa, dal Medioevo sino alla fine dell’Ottocento. 

Il paradiso viterbese con le sue bellissime rose, la macchia mediterranea, la serra tropicale, l’oasi e l’incredibile varietà di piante è un gioiello tutto da  scoprire, sopratutto in primavera. Di fronte l’Orto Botanico, vi è la pozza del Bagnaccio, con una stele che riporta i versi del XII canto della Divina Commedia, in cui il Sommo Poeta parla proprio delle acque sulfuree viterbesi.

Villa Lante, il paradiso rinascimentale

Visitare le ville di Viterbo
Villa Lante a Viterbo

A 5 km da Viterbo, a Bagnaia, troverete una delle ville più belle d’Italia e del mondo: Villa Lante. Il parco, insieme ai famosi Giardini di Bomarzo nella stessa provincia di Viterbo, è un giardino manieristico del XV secolo e rappresenta una delle migliori espressioni dell’arte del Cinquecento. Esso si estende una superficie di 22 ettari; tutta la sua struttura segue precise regole geometriche che gli conferiscono un aspetto armonico. La villa è attraversata da un asse acquatico che raggiunge la splendida Fontana dei Mori di Giambalogna (detta anche Fontana del Quadrato), considerata il fulcro simbolico di tutta l’area.

I complessi architettonici della villa seguono il principio per cui la bellezza è equilibrio e armonia; le perfette geometrie di due edifici gemelli fatti edificare su ordine del Cardinal Gambara, esprimono l’idea della supremazia dell’arte sulla natura. Opera dell’architetto Jacopo Barozzi da Vignola, la villa nasce nelle vicinanze di una riserva di caccia. 

Il luogo è davvero incantevole, sia sotto il profilo architettonico (statue, scalinate, fontane e giochi d’acqua) che sotto quello naturale (i giardini curati tra le querce e i platani e un ruscello naturale).

Villa Lante continua a stupirci con le magnifiche fontane viterbesi: la Fontana dei Giganti, una raffigurazione dei due fiumi l’Arno e il Tevere, la Fontana della Catena che simboleggia il dominio dell’uomo sulla natura e la Fontana dei Lumini, composta da tante fiammelle di candele argentate.

Maria Cristina Locuratolo

Maria Cristina Locuratolo

Giornalista, scrittrice e redattrice televisiva, spirito curioso, anima sognatrice, amante del cinema, dell'arte e della bellezza in tutte le sue forme. Sentirsi a casa in ogni posto del mondo è il desiderio di ogni viaggiatore; adoro scoprire il nuovo con stupore infantile, lasciarmi incantare dalla magia intrinseca delle cose, imprimere dentro di me i luoghi visitati e lasciare un'impronta indelebile, ovunque vado. Vivo a Roma da molti anni ma la città in cui mi riconosco di più è Londra per la sua energia vibrante e il suo carattere cosmopolita. Ciò che mi attrae è proprio il senso del viaggio. Il movimento. Quello stato di sospensione tra "il non essere più qui" e "il non essere ancora lì".

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