L’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari ( ANEF ) lancia l’allarme. L’aumento delle bollette mette a repentaglio la riapertura delle piste sciistiche. I rincari non sono sostenibili per il settore che invoca un intervento diretto del Governo. Gli impianti di risalita sono essenziali per il turismo invernale, ma l’emergenza energetica pregiudica la ripresa dell’imminente stagione invernale.
Quali sono i rischi e le conseguenze per gli impianti sciistici?
La stagione invernale deve affrontare una nuova emergenza dopo la crisi sanitaria. La crescita esponenziale del prezzo dell’energia compromette l’attività degli impianti sciistici e degli strumenti di innevamento alimentati con la corrente elettrica.
I rincari rappresentano una vera e propria minaccia per il turismo invernale. La stagione sciistica rischia di saltare e il settore sollecita un intervento tempestivo. Il problema coinvolge tutta la filiera che trae profitto e sostentamento dalle attività montane. Alberghi, scuole di sci, impianti di risalita, ristoranti e piccole attività commerciali rischiano la chiusura a causa dei rincari energetici.
L’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari ( ANEF ) denuncia anche l’aumento del gasolio necessario per i mezzi battipista che garantiscono il trasporto di persone e materiali in montagna. Il rincaro dei costi colpisce soprattutto le piccole imprese del territorio che traggono sostentamento dalla stagione sciistica.
L’aumento dei prezzi non può ricadere sui turisti che rappresentano una risorsa fondamentale per questa filiera. Il turismo invernale è il principale indotto economico per le attività situate in alta quota. Una risorsa fondamentale per un territorio rinomato in tutto il mondo per i suoi paesaggi suggestivi e incontaminati.
Il probabile aumento delle tariffe non compensa le perdite causate dal rincaro energetico. I costi per la gestione degli impianti sciistici superano i ricavi e insediano uno dei settori più redditizi del territorio italiano. La sostenibilità economica impone una revisione al rialzo degli skipass pari al 25%. Una pessima notizia per tutti gli amanti dello sci e delle vacanze in alta quota.
L’emergenza energetica stimola la ricerca di soluzioni e mete alternative. Gli impianti sciistici devono fronteggiare una crisi che mina i bilanci, consuma il probabile margine e influenza i nuovi programmi industriali. I costi erodono gli impianti alpini che valutano anche la chiusura in assenza di iniziative e interventi sostanziali.