Il nomade digitale è una figura che da poco tempo fa stabilmente parte dell’immaginario italiano, complice il mondo dei social network che ha progressivamente spianato la strada a queste figure come a quelle di persone tendenzialmente più felici della media.
Perché sì, girare il mondo lavorando direttamente dal proprio computer usando soltanto una tastiera è oggettivamente qualcosa per cui avere invidia, specie se ci si stanca facilmente del tran tran quotidiano.
Se abbiamo l’intenzione di diventare nomadi digitali perché ci siamo effettivamente stancati della vita che facciamo, attenzione però: è pericoloso partire da zero senza sapere niente su come diventarlo.
Il primo passo che ogni nomade digitale dovrebbe fare è quello di aprire un blog, una vera e propria casa base che funzionerà da centro nevralgico delle proprie attività (il secondo punto sarebbe proteggere il proprio lavoro con una VPN gratis, ma il perché lo scopriremo meglio dopo).
Aprire un blog di per sé non è difficilissimo, basta avere una buona padronanza della lingua e seguire qualche tutorial su YouTube (o su altri blog).
La cosa difficile da fare è gestire correttamente la piattaforma.
Per questo motivo, vedremo insieme alcune degli aspetti che un nomade digitale (o chiunque vorrebbe diventarlo) dovrebbe sapere prima di aprire un blog.
Perché aprire un blog?
Il nomade digitale è tale perché, per guadagnare, non ha bisogno di essere costantemente in un unico posto, ma può viaggiare di continuo e si può spostare a suo piacimento. Per questo motivo ha bisogno di qualcosa che lo rappresenti e che sia raggiungibile dovunque: tutte caratteristiche perfettamente incarnate dal concetto di blog.
Il mondo del content marketing, infatti, fa ancora parecchio affidamento sulla creazione di contenuti al fine di aumentare la consapevolezza dell’utenza intorno al contenuto stesso.
Il vantaggio di avere un blog da nomade digitale è quello di possedere, visto lo stile di vita particolare, contenuti sempre nuovi da proporre al lettore.
Inoltre il blog, tra i vari prodotti che si possono creare nel mondo del digitale, è uno dei più semplici da mantenere. Non c’è bisogno, ad esempio, di montare e girare video, né di comporre musica: la scrittura è un processo creativo più snello rispetto a questi, specie se indirizzata verso qualcosa.
Quando aprire il blog?
Possiamo iniziare l’avventura nel mondo del blogging anche prima di imbarcarci nel mondo dei nomadi digitali: basta semplicemente avere gli strumenti per raccontare qualcosa.
Questo significa che bisogna essere sicuri di avere qualcosa da raccontare, siano essi viaggi, esperienze, contenuti o semplicemente tutorial relativi a un certo argomento.
Per buona norma (e per minimizzare il rischio di “fallire”) sarebbe il caso di scegliere una nicchia a cui comunicare, in modo da diventare un punto di riferimento e avere l’authority necessaria da poter sfruttare i numeri che si fanno.
In alternativa, è comunque possibile aprire il blog nel momento stesso in cui si inizia a peregrinare, sfruttando le nuove esperienze per scrivere contenuti in grado di interessare quante più persone possibili (o per interessare in maniera importante un ristretto numero di persone).
Come monetizzare il proprio blog (o le proprie abilità)?
Una volta ottenuto il blog e iniziato il viaggio arriva la parte critica: come guadagnare da ciò che si fa?
I soldi potrebbero arrivare, ad esempio, dalle inserzioni pubblicitarie con Google AdSense oppure dalla creazione di contenuti legati ad aziende specifiche che, in cambio della nostra opinione su di un determinato prodotto, sono disposte a pagare.
Advertising e Content Marketing sono soltanto due delle strade possibili: si può anche guadagnare usando i programmi di affiliazione di negozi online come Amazon (come stanno facendo diversi giornali cartacei) o semplicemente vendendo le proprie abilità di scrittore per conto di terzi usando il blog come portfolio.
In quest’ultimo caso si andrebbe a parlare di copywriting di guest post, ossia la possibilità per un creatore di contenuti di creare qualcosa direttamente sulla piattaforma scelta da chi ordina il pezzo.
Le opportunità, quindi, non mancano: serve soltanto riuscire a dimostrare a lettori e aziende le proprie capacità.
A cosa deve stare attento il nomade digitale?
Fare il nomade digitale significa venire a contatto con un grande numero di realtà diverse, ognuna con le sue caratteristiche e debolezze. Poiché il lavoro di un nomade digitale si basa sull’utilizzo di una connessione a internet, la cosa a cui più è necessario dare attenzione, in questi casi, è la sicurezza informatica.
A questo serve una VPN gratis: a rendere sicura la propria navigazione a prescindere dal dove ci si trova. Che si scriva un articolo usando la rete Wi-Fi di casa propria, l’hot spot fatto con il telefono di un amico in riva al mare o la rete della biblioteca di provincia, utilizzare una VPN gratis ci permetterà di rendere il contenuto della nostra navigazione illeggibile a occhi esterni.
Una VPN gratis non è altro che un servizio per cui, sfruttando algoritmi di crittografia e protocolli di comunicazione denominati protocolli di tunneling, si può nascondere e rendere privato ciò che inviamo o riceviamo attraverso internet. Se si viaggia in un paese con una nota storia di attacchi informatici o si viaggia in un paese dotato di un firewall che limita i contenuti visualizzabili, attraverso una VPN gratis saremo in grado di aggirare i due problemi in un colpo solo per una spesa praticamente nulla.