Finalmente dopo due anni, il Giappone ha deciso di riaprire i confini per tutti i turisti. Ma questa scelta è dettata da una serie di nuove regole che non si possono sottovalutare: a chi è concesso l’accesso?
Giappone e nuove regole per la riapertura dei confini
A partire dal 10 giugno, il Giappone ha deciso di riaprire le sue porte ai turisti. Se hai in mente di prendere il primo volo e raggiungere il tuo Paese del cuore, dovrai però fare attenzione alle nuove regole imposte così da evitare di cancellare il volo e la vacanza.
I turisti che potranno accedere alla nazione, saranno quelli stranieri che hanno prenotato un pacchetto turistico con guide e un itinerario preciso (con orari fissi).
Il Primo Ministro Fumio Kishida ha dichiarato:
“Il libero e attivo scambio di persone è il fondamento dell’economia e della società, così come quello dello sviluppo dell’Asia”
Tuttavia, non si fidano ancora a lasciare libero passaggio ai turisti, per non incorrere in nuove restrizioni e per non registrare nuovi casi di Covid 19. Al momento, la nazione consente l’ingresso ad un massimo di 100.000 persone al giorno – cittadini giapponesi compresi. Il numero al 10 giugno aumenterà sino a 20.000, per poi andare avanti gradualmente solo se i tassi di contagio resteranno bassi.
L’apertura delle frontiere ai gruppi di turisti convenzionati prevede l’esenzione dai test oltre che dalla quarantena: questa è una condizione valida solo per le persone che hanno completato il ciclo vaccinale a tre.
Insomma, il Giappone vuole fare una prova per questa estate ospitando alcuni turisti che provengono dall’Australia – Stati Uniti – Thailandia e Singapore. Dal 10 giugno si potrà respirare aria di novità, con una riapertura – se non totale – delle frontiere.
I funzionari del Governo hanno evidenziato di come la chiusura delle frontiere abbia avuto un impatto drammatico sull’economia del paese. Un calo che ha superato il 90% dei turisti stranieri nella Nazione con conseguente perdita di circa 31miliardi di dollari.
Il settore turistico ha, in questi due anni, cercato di resistere anche quando le Olimpiadi estive 2020 si sono svolte con un anno di ritardo e senza alcun spettatore. Chi opera nel settore ha chiesto di poter riaprire le frontiere e guardare al futuro economico, altrimenti moltissimi dovranno dichiarare fallimento.