Negli ultimi giorni sono emerse alcune novità riguardanti i viaggi all’estero. Infatti, il Ministero della Salute ha deciso di prorogare le ordinanze precedenti che prevedono restrizioni di viaggio modificando in alcuni casi le procedure da seguire al rientro in Italia dall’estero.
Di fatto, resta in vigore la suddivisione in liste dei vari Paesi esteri, ciascuno con determinate regole da rispettare, in caso di arrivo o partenza, che al momento rimangono invariate ad eccezione di un caso.
Nello specifico, il governo ha stabilito modifiche per la Lista D, che comprende, tra gli altri, Stati Uniti, Canada e Regno Unito, incluse le isole e i vari territori annessi ai rispettivi confini nazionali. In sostanza, si tratta di cambiamenti che allentano le restrizioni da seguire, rendendo più semplice la vita ai viaggiatori che devono rientrare in Italia da uno dei Paesi di questa lista.
Cosa sapere per tornare in Italia dall’estero
Per la Lista A e B, che comprende San Marino e Città del Vaticano, nessun cambiamento. Perciò, non esistono restrizioni per chi si deve spostare da o verso questi Paesi.
Resta invariata anche la situazione legata alle nazioni che rientrano nella Lista C, ovvero: Andorra, Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Israele, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Principato di Monaco, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera. In questo caso, i viaggiatori, che non sono muniti di Green Pass, si devono sottoporre a tampone, mentre tutti hanno l’obbligo di compilare il modulo Passenger Locator Form.
Ed ecco che arriviamo alla Lista D, interessata dall’ultima modifica alle restrizioni sancita dal governo italiano. I viaggi sono consentiti anche per turismo, ma al rientro va compilato il modulo PLF e bisogna necessariamente sottoporsi a tampone in ogni circostanza. Tuttavia, contrariamente a quanto accadeva fino a pochi giorni fa, adesso non c’è più l’obbligo di quarantena di 5 giorni, anche se solo per chi risulta negativo al test.
Dunque, i Paesi interessati da questa modifica sono: Albania, Arabia Saudita, Armenia, Australia, Australia, Azerbaijan, Bosnia ed Erzegovina, Brunei, Canada, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Giordania, Libano, Kosovo, Moldavia, Montenegro, Nuova Zelanda, Qatar, Regno Unito, Repubblica di Corea, Macedonia del Nord, Serbia, Singapore, Stati Uniti, Ucraina, Taiwan, Hong Kong e Macao.
Nessuna modifica, invece, per i Paesi della Lista E, dove si può viaggiare solo per motivi di studio, lavoro, salute o necessità. Una volta rientrati in Italia, vige l’obbligo di compilare il PLF, di tampone e di quarantena, di 10 giorni. Sono inclusi in questa lista tutte le nazioni che non compaiono negli elenchi precedenti. Inoltre, per il Brasile, l’ingresso in Italia è consentito solo per motivi di studio, mentre per India, Sri Lanka e Bangladesh, l’ingresso è permesso per motivi di studio a coloro che sono residenti in Italia da prima del 31 agosto, oppure, in caso di ricongiungimenti familiari.
Infine, vale la pena ricordare che non tutti i territori, che siano all’interno del continente europeo o al di fuori, annessi ai confini nazionali dei Paesi sopraelencati sono sottoposti alle stesse regole di viaggio. Così come si ricorda che le regole da rispettare all’ingresso varia da Paese a Paese. Pertanto, agli interessati si raccomanda di informarsi prima di dirigersi in aeroporto.